I Balmetti di Borgofranco
Nei pressi di San Germano (frazione di Borgofranco d'Ivrea) addossati alla collina, sorgono i Balmetti, singolari cantine scavate nella montagna, nelle quali correnti d'aria provenienti dalla stessa montagna mantengono una temperatura ed un'umidità costanti in ogni stagione.
L'aria fuoriesce attraverso particolari aperture chiamate "ore" che portano la stessa all'interno dei Balmetti dove è così possibile conservare vino ed altri prodotti tipici come i formaggi ed i salumi.
L'origine delle "ore" è probabilmente da mettere in relazione con il ritiro del ghiacciaio preistorico che portò alla formazione della Serra morenica di Ivrea. Il ghiacciaio, ritirandosi, provocò grandi spaccature nelle rocce e le ripetute frane originarono all'interno della montagna una circolazione di acqua ed aria che porta a questo tipico ed unico fenomeno dei Balmetti.
Le prime testimonianze scritte sull'esistenza dei Balmetti risalgono al XVII secolo.
Nel 1764 risultavano presenti, nelle regioni di Torrassa di Quinto, Sacha e Chiapetto di Quinto (l'attuale zona dei Balmetti "di sopra"), 9 Balmetti e 2 "crotte".
La maggior parte dei Balmetti venne costruita negli ultimi decenni del sec. XVIII e l'inizio del secolo successivo, come risulta da numerose date incise sulle travi delle porte o sulle pareti di parecchi Balmetti.
E' molto probabile che dapprima i vari proprietari abbiano cercato di delimitare le "ore" o l'ingresso delle grotte con pergolati o steccati al fine di definirne la proprietà. In seguito, utilizzando materiali elementari come pietra e legname, vennero adattati per una migliore utilizzazione degli spazi interni e poi la cavità della roccia venne ampliata a seconda delle necessità, rivestita, per esempio con volte a padiglione, per ridurre le infiltrazioni d'acqua e contenere l'umidità. L'edificio esterno non ha più solo funzione di chiusura, ma assume gradualmente anche quello di edificio destinato alla lavorazione ed alla conservazione di prodotti agricoli. Il balmetto viene poi dotato di un piano superiore allo scopo di poter trascorrere con famigliari od amici alcune ore in allegria, davanti ad un buon bicchiere di vino fresco ed a qualche fetta di "toma" o di "salam dla doja".
Vennero usati dapprima per la conservazione, la maturazione e la lavorazione dei prodotti agricoli e della zootecnia e via via per scopi più avanzati. Nella zona infatti sorse uno stabilimento per la produzione della birra, uno per l'imbottigliamento di acqua minerale ed uno stabilimento per le cure termali.
Quindi i Balmetti non sono solo un enorme "frigorifero" naturale, ma costituiscono un vero e proprio fenomeno sociale e collettivo. Sono parte fondamentale della cultura locale e delle sue tradizioni più vere, oltre che ad essere intimamente ed armoniosamente inseriti in uno stupendo ambiente naturale, difeso con tenace determinazione.
Con l'ascesa dell'industrializzazione in Canavese (Alcan, Olivetti, Montefibre) diminuisce l'uso prettamente agricolo dei Balmetti mentre si ravviva e si consolida sempre più l'interesse per le manifestazioni del tempo libero e delle tradizioni culturali locali ("Anduma ai Balmit" della locale Pro-Loco, incontri canori e culturali con il Centro Etnologico di Baio Dora e con la locale Filarmonica, appuntamento con il Festival della Via Francigena nonché lo storico Carnevale locale, uno dei più importanti appuntamenti storico-culturali).
Ora che l'industria locale ha ridotto sensibilmente la presenza (la Montefibre ha chiuso gli stabilimenti e praticamente anche l'Olivetti) si percepisce maggiormente il richiamo dei valori della terra di un tempo; si fa sempre più pressante l'esigenza di riprendere e riscoprire, con umiltà e rinnovato rispetto del passato, il lavoro dei nostri nonni, una vocazione mai spenta, peraltro: è stata sempre presente un'attività residuale delle produzioni di prodotti caseari, che presenta tipicità uniche per il processo di stagionatura e della coltivazione, tra i casolari dei Balmetti, della vite (dalla locale "Associazione dei Viticoltori" di recente costituzione vengono prodotti due vini D.O.C., uno rosso ed uno bianco): attività queste così significative da alimentare una lusinghiera presenza di operatori della ristorazione così come è tuttora presente ed in costante sviluppo ed affermazione l'attività artigianale nel settore della pietra e del legno.
Il censimento del 1984 registra 213 Balmetti con 267 proprietari e ben 292 "ore". A sottolineare l'unicità del luogo le strade hanno nomi che coniugano fantasia e realtà: Vicolo di Bacco, Via del Buonumore e Via della Coppa.
Pur essendo quotidianamente frequentati, i Balmetti fervono in tre periodi dell'anno: Carnevale, la festa dei Balmetti e la vendemmia.
Commenti
#1 |
il 08 gennaio 2008 15:06:53
#2 |
il 08 novembre 2011 12:27:09
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